Mi rifiuto di pensare che l’incidente dove hanno perso la vita sette operatori umanitari della World Central Kitchen (WCK) sia in realtà il frutto di una strategia precisa implementata dal Governo israeliano attraverso l’IDF per impedire la consegna di aiuti umanitari a Gaza.
Questa mattina buona parte della stampa notoriamente anti-israeliana lo da per scontato, non si sa né con quali prove né con quale recondito scopo Israele farebbe questo. Il resto della stampa e dei mezzi di comunicazione sono semplicemente attoniti.
Ora vorrei ricordare con umiltà ai tanti “esperti” che in queste ore si susseguono nei talk show il contesto in cui lavorano gli operatori umanitari a Gaza e quello stesso contesto in cui operano i militari israeliani, un contesto dove la possibilità di un errore è decine di volte più alta di un qualsiasi altro contesto di guerra al mondo.
Quella di Gaza è una guerra urbana dove il nemico (Hamas) non solo non indossa divise ma è stato dimostrato che più e più volte ha usato convogli umanitari per spostare personale e armi. La tensione è così alta che i militari israeliani hanno sparato – uccidendoli – persino su due ostaggi israeliani che si erano liberati da soli.
Ciò detto, è chiaro che a Gaza il coordinamento tra operazioni militari e azioni umanitarie è praticamente inesistente. Credo che lo stesso coordinamento tra i vari reparti dell’IDF sia carente se è vero che la WCK si era coordinata con l’IDF e che il comando militare israeliano era al corrente dei loro spostamenti. Qualcuno non ha avvisato il reparto che “guida” i droni.
Lo dimostra anche il fatto che oggi si parla di “migliorare i meccanismi di comunicazione tra il comando sud dell’IDF e il COGAT, l’organismo militare responsabile di coordinare le attività umanitarie con i palestinesi. Perché il COGAT non è stato pienamente coinvolto prima?
A Gerusalemme vogliono giustissimamente eliminare dall’equazione la UNRWA? Ok, ma va trovata una alternativa e, soprattutto, va coordinato il tutto con una qualsiasi forma di rappresentanza palestinese o della società civile. In sostanza va lasciata al COGAT la possibilità di fare il COGAT.
Di questo passo Israele perderà l’appoggio anche di quegli amici che nonostante tutto stanno ancora sostenendo lo Stato Ebraico. Ma l’implementazione di una seria politica per l’aiuto umanitario a Gaza non è più rinviabile.