Secondo quanto si apprende da fonti del Cairo, l’Egitto sarebbe intenzionato a unirsi al Sudafrica nella denuncia per genocidio contro Israele alla Corte Penale Internazionale (CPI).
L’Egitto ha affermato che la decisione «giunge alla luce dell’aggravarsi della gravità e della portata degli attacchi israeliani contro i civili palestinesi nella Striscia di Gaza, e della continua perpetrazione di pratiche sistematiche contro il popolo palestinese, tra cui l’attacco diretto ai civili e la distruzione delle infrastrutture nella Striscia, spingendo i palestinesi a fuggire».
La Corte Penale Internazionale dell’Aia, nei Paesi Bassi, sta esaminando l’accusa del Sudafrica secondo cui l’offensiva aerea e terrestre di Israele a Gaza, lanciata dopo il massacro del 7 ottobre da parte di Hamas, è finalizzata alla «distruzione della popolazione» dell’enclave palestinese.
Israele respinge le accuse come false e diffamatorie, affermando di rispettare il diritto internazionale e di avere il diritto di difendersi dopo che, il 7 ottobre, circa 3.000 terroristi guidati da Hamas hanno fatto irruzione in Israele attraverso il confine, uccidendo circa 1.200 persone e sequestrando 252 ostaggi tra atti di brutalità e violenza sessuale.
La decisione dell’Egitto arriva mentre Israele sta portando avanti una operazione limitata nella città di Rafah volta a stanare gli ultimi battaglioni di Hamas nonché i loro leader.
Il Cairo ha sigillato i suoi confini e nega ai palestinesi in fuga l’accesso ad un luogo sicuro.