Fonti attendibili all’interno della intelligence israeliana fanno sapere che un attacco iraniano contro Israele è altamente probabile nelle prossime 24/48 ore, ma a differenza delle ultime informazioni, l’Iran sarebbe intenzionato a colpire all’interno dello Stato Ebraico e non solo quindi gli interessi israeliani nel mondo.
Perché è importante sottolineare la differenza: Israele ha avvertito che se l’Iran dovesse colpire all’interno del territorio dello Stato Ebraico – direttamente dal suolo iraniano o attraverso uno dei tanti proxy fedeli a Teheran – la risposta israeliana sarebbe all’interno del territorio iraniano.
Perché questa volta l’allarme è concreto: perché a confermare l’allarme all’intelligence israeliana è stata una fonte iraniana vicina ai vertici militari di Teheran, anche se la stessa fonte ha detto che gli iraniani stanno ancora discutendo quali obiettivi colpire e con quale potenza di fuoco. In sostanza stanno decidendo se dare una risposta concreta con il rischio di innescare un conflitto diretto con Israele oppure se dare una risposta altamente simbolica ma niente di più.
Era stata l’intelligence statunitense, qualche giorno fa, a indicare una risposta iraniana fuori dai confini dello Stato Ebraico. Ma ora, le nuove informazioni in possesso di CIA e Mossad, le quali coincidono, fanno propendere per un attacco diretto quasi certamente dal suolo iraniano in coincidenza con un attacco dal Libano e dalla Siria.
Il Libano però si oppone. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, che dal 7 ottobre ad oggi ha tenuto impegnate le forze israeliane a nord senza tuttavia mai innescare un conflitto su larga scala, ha enormi problemi interni essendo Hezbollah anche un partito politico al governo in Libano. Il rischio infatti è quello che Beirut venga trascinato in un conflitto su larga scala con Israele e che faccia la fine di Gaza.
Conferme: Ieri, giovedì, l’ambasciata americana in Israele ha reso noto che ai dipendenti pubblici e ai familiari degli Stati Uniti sarà vietato qualsiasi viaggio personale al di fuori del centro di Israele, Gerusalemme e Beersheba fino a nuovo avviso. Un ulteriore segnale che l’intelligence americana si aspetta un attacco entro il territorio israeliano. Sempre ieri il generale Michael Erik Kurilla, comandante del comando centrale degli Stati Uniti, responsabile delle operazioni militari in Medio Oriente, era in Israele per coordinare con l’IDF la risposta congiunta da dare all’Iran in caso di attacco.