In questi giorni difficili di guerra nei quali in migliaia si sono mobilitati per manifestare a favore dei palestinesi o del cosiddetto “popolo palestinese”. In questi giorni in cui i giovani studenti sono tornati ad indossare la kefiah, che fa tanto figo, vorrei anche io partecipare in qualche modo a queste manifestazioni.
Non indosserò la kefiah però cercherò di aiutare i giovani che manifestano a favore dei palestinesi a farlo in maniera migliore, manifestando per TUTTI i palestinesi. Per farlo mi avvarrò di informazioni aperte, cioè alla portata di tutti.
Quando manifestate per i palestinesi ricordavi di farlo anche per quelli in Libano
In Libano sono presenti 12 campi profughi ufficiali che ospitano circa 225.125 rifugiati palestinesi, registrati presso l’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente). A questi si aggiungono circa 75.000 rifugiati che vivono in insediamenti informali.
Condizioni di vita difficili:
- I profughi palestinesi in Libano sono privi di cittadinanza e di molti diritti civili, tra cui il diritto al lavoro, all’istruzione pubblica e alla proprietà terriera.
- Vivono in condizioni di estrema povertà, con alti tassi di disoccupazione e scarsa accesso a servizi essenziali come acqua, elettricità e cure mediche.
- I campi profughi sono spesso sovraffollati e mancano di infrastrutture adeguate, con problemi di igiene e sicurezza.
Violenza e tensioni:
- I campi profughi sono spesso teatro di violenze e tensioni, legate alle divisioni interne alla comunità palestinese.
- Recentemente, si sono verificati scontri armati nel campo di Ein el-Hilweh, il più grande del Libano, con morti e feriti, tra cui anche bambini.
- La chiusura delle scuole a causa dei combattimenti ha messo a rischio l’istruzione di migliaia di minori.
Interventi umanitari:
- L’UNRWA fornisce assistenza ai profughi palestinesi in Libano, con interventi in materia di istruzione, sanità, distribuzione di cibo e sostegno alle famiglie vulnerabili.
- Altre organizzazioni umanitarie, come Save the Children, operano nei campi profughi per fornire assistenza medica, psicologica e sociale.
Prospettive future:
- La situazione dei profughi palestinesi in Libano è estremamente precaria e non ci sono soluzioni immediate all’orizzonte.
- La mancanza di una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese e le difficili condizioni economiche e sociali in Libano aggravano la situazione.
- La comunità internazionale ha la responsabilità di intervenire per migliorare le condizioni di vita dei profughi palestinesi in Libano e di trovare una soluzione duratura al loro problema.
Quando manifestate per i palestinesi ricordatevi di farlo anche per quelli in Siria
I profughi palestinesi in Siria: una situazione drammatica
Premessa:
Prima del conflitto siriano, circa 560.000 profughi palestinesi vivevano in Siria, principalmente in 12 campi profughi ufficiali. La loro presenza risaliva al 1948, in seguito alla creazione dello Stato di Israele.
L’impatto della guerra:
- Il conflitto ha avuto un impatto devastante sui profughi palestinesi in Siria.
- Molti sono stati costretti a fuggire dai loro campi, sfollati all’interno del paese o rifugiati in altri stati.
- Hanno subito violenze, persecuzioni e privazioni.
- Le infrastrutture dei campi profughi sono state distrutte, con gravi carenze di cibo, acqua, medicine e assistenza sanitaria.
Situazione attuale:
- Si stima che circa 400.000 profughi palestinesi siano ancora in Siria.
- Di questi, circa 18.000 vivono nel campo di Yarmuk, un tempo il più grande campo profughi palestinesi in Siria, ridotto a una zona fantasma a causa degli assedi e dei combattimenti.
- Le condizioni di vita nei campi sono drammatiche: scarsità di cibo, acqua e servizi igienici, diffusione di malattie, mancanza di opportunità di lavoro e istruzione.
Sfide e prospettive:
- Le principali sfide per i profughi palestinesi in Siria includono:
- La sicurezza: rimangono vulnerabili a violenze e persecuzioni.
- L’accesso ai servizi essenziali: cibo, acqua, cure mediche, istruzione.
- Il diritto al ritorno: la loro condizione di profughi si prolunga da decenni, con la speranza di un ritorno alle loro terre in Palestina che rimane irrealizzata.
Interventi e aiuti:
- L’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi) fornisce assistenza umanitaria ai profughi palestinesi in Siria.
- Altre organizzazioni internazionali e ONG operano sul campo per fornire cibo, medicine, cure mediche e sostegno psicologico.
Conclusioni:
- La situazione dei profughi palestinesi in Siria è una grave crisi umanitaria che richiede un impegno costante da parte della comunità internazionale.
- La loro vulnerabilità e le loro sofferenze non possono essere ignorate.
- È fondamentale trovare soluzioni durature che garantiscano loro sicurezza, dignità e un futuro migliore.
Quando manifestate per i palestinesi ricordatevi di farlo anche per quelli in Iraq
Premessa:
La presenza di profughi palestinesi in Iraq risale al 1948, in seguito alla creazione dello Stato di Israele. All’epoca, circa 400.000 persone fuggirono dalle loro case in Israele e si rifugiarono in Iraq.
Sotto Saddam Hussein:
- Sotto il regime di Saddam Hussein, i profughi palestinesi in Iraq godevano di alcuni diritti, tra cui l’accesso all’istruzione e alla sanità.
- Tuttavia, erano anche soggetti a restrizioni, come il divieto di possedere proprietà o di lasciare il paese.
Dopo l’invasione americana del 2003:
- L’invasione americana del 2003 ha portato a un periodo di caos e instabilità in Iraq.
- I profughi palestinesi sono stati particolarmente colpiti dalla violenza e dalle persecuzioni.
- Molti sono stati costretti a fuggire dai loro campi profughi e a cercare rifugio altrove.
Situazione attuale:
- Si stima che attualmente in Iraq ci siano circa 250.000 profughi palestinesi.
- La maggior parte di loro vive in campi profughi, dove le condizioni di vita sono spesso difficili.
- I profughi palestinesi in Iraq continuano ad affrontare numerose sfide, tra cui:
- La mancanza di sicurezza: sono vulnerabili a violenze e persecuzioni.
- L’accesso ai servizi essenziali: cibo, acqua, cure mediche, istruzione.
- La discriminazione: sono spesso emarginati dalla società irachena.
Interventi e aiuti:
- L’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi) fornisce assistenza umanitaria ai profughi palestinesi in Iraq.
- Altre organizzazioni internazionali e ONG operano sul campo per fornire cibo, medicine, cure mediche e sostegno psicologico.
Conclusioni:
- La situazione dei profughi palestinesi in Iraq è una grave crisi umanitaria che richiede un impegno costante da parte della comunità internazionale.
- La loro vulnerabilità e le loro sofferenze non possono essere ignorate.
- È fondamentale trovare soluzioni durature che garantiscano loro sicurezza, dignità e un futuro migliore.
Dunque vediamo di capire meglio, cioè di far capire meglio ai tanti giovani che manifestano perché si sentono vicini ai palestinesi. Si sente sempre parlare di apartheid da parte israeliana ma i giovani amici dei palestinesi non sembrano sapere che non solo in Israele non c’è apartheid verso i palestinesi, ma che gli stessi godono degli stessi diritti degli ebrei, che sono cittadini israeliani a tutti gli effetti e che sono rappresentati alla Knesset. Al contrario i palestinesi in Libano, in Siria e in Iraq sono fortemente discriminati e vivono in un regime di apartheid reale. Come mai nessuno manifesta per loro? Che differenza c’è tra un palestinese di Gaza e uno in Libano o in Siria o in Iraq?
Prima della guerra a Gaza c’erano oltre mille ONG. Si, capito bene, MILLE ONG in un fazzoletto di terra. In Libano, in Siria e in Iraq le ONG che si curano dei palestinesi si contano sulle dita di una mano. Come mai nessuno manifesta per questo gravissimo discrimine? Che differenza c’è tra un palestinese di Gaza e uno in Libano o in Siria o in Iraq?
Potremmo andare avanti per ore a cercare motivi per cui manifestare per i palestinesi, troveremmo sempre quella differenza tra i palestinesi che non hanno a che fare con Israele e quelli che invece hanno a che fare con Israele come quelli di Gaza. Scopriremmo così che il mondo degli amici dei palestinesi si mobilita solo se c’è Israele di mezzo, altrimenti che vadano pure a quel paese.
Insomma, si manifesta ufficialmente per i palestinesi ma realmente si manifesta contro Israele. Beh, io ho provato a darvi altri motivi per manifestare per i palestinesi ma sono sicuro che continuerete a manifestare contro Israele.
[paypal-donation]