I generali israeliani hanno approvato i piani di battaglia in Libano. Ormai la guerra aperta è solo una questione di giorni a meno che il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, non riesca nel miracolo di far ragionare i mullah libanesi di Hezbollah.
È curioso come i media internazionali parlino poco o niente del pericolo che scoppi un conflitto su larga scala tra Israele e Libano o, più precisamente, tra Israele ed Hezbollah, che vuol dire tra Israele e Iran, un conflitto di proporzioni cento volte maggiori di quelle viste a Gaza.
Forse sarà perché a volere a tutti i costi la guerra è Hezbollah, cioè l’Iran, che da anni disattende la risoluzione 1701/2006 delle Nazioni Unite la quale prevede (semplificando) che a sud della linea blu delimitata dal fiume Litani non ci possano essere uomini armati.
Hezbollah ha invece fortificato la zona a sud del fiume Litani schierando centinaia di batterie di missili puntati su Israele, il tutto tranquillamente sotto gli occhi di UNIFIL, cioè il contingente ONU incaricato di far rispettare la risoluzione 1701.
Dopo il 7 ottobre Israele non vuole e non può rischiare che il massacro si ripeta anche a nord, per cui pretende che Hezbollah si ritiri oltre la linea blu così come prevede la risoluzione ONU. Cosa che però Hezbollah si rifiuta di fare mentre UNIFIL appare del tutto impotente, come del resto negli ultimi 18 anni durante i quali non solo non ha vigilato, ma e sembrato connivente con Hezbollah.
Il più che probabile conflitto non andrebbe naturalmente a toccare direttamente l’Iran, ma coinvolgerebbe direttamente il Libano nella sua interezza. Per capirci, Beirut sarebbe un obiettivo dell’aviazione israeliana così come ogni parte del Libano che possa nascondere basi di Hezbollah.
Per il Libano, sull’orlo della bancarotta dopo decenni di oppressione di Hezbollah, sarebbe un disastro epocale dal quale molto difficilmente riuscirebbe a sollevarsi. Il tutto per far felici gli Ayatollah iraniani.
Naturalmente il silenzio dei media e delle cornacchie antisemite si romperà magicamente non appena il primo carro armato israeliano varcherà il confine libanese o quando la prima bomba colpirà una casa in apparenza civile ma che nasconde una base di Hezbollah, come ce ne sono a centinaia a sud della linea blu.
Ormai conosciamo bene il modus operandi della disinformazione araba e più in generale islamica.
A tal proposito va notato il silenzio delle cornacchie pro-pal sul vero apartheid al quale sono sottoposti i poveri palestinesi in Libano, costretti a vivere dentro le loro città (impropriamente chiamate campi profughi), senza nessuna possibilità di uscire neppure per lavorare visto che i palestinesi non possono lavorare in territorio libanese. Ma siccome Israele non c’entra, tutti zitti mi raccomando.